Ogni giorno, dietro il velo dei numeri statistici, si nasconde una realtà crudele e spietata: le morti bianche sul lavoro. Un fenomeno che continua a mietere vittime silenziose, lasciando dietro di sé famiglie devastate e comunità colpite.
Queste tragedie, spesso evitabili, sottolineano una profonda lacuna nel sistema di sicurezza e tutela dei lavoratori. Dai cantieri alle fabbriche, dalle strade ai luoghi di cura, nessun settore è immune. È un grido d’allarme che non può essere ignorato, una chiamata all’azione per implementare misure più efficaci e garantire un ambiente di lavoro sicuro per tutti.
Il crollo del cantiere a Firenze ha portato il conteggio delle morti bianche nel 2024 a 145, salendo a 181 includendo gli incidenti in itinere. Tra il 2020 e il 2023, il totale delle vittime è stato di 4.622, corrispondente a una media di oltre 1.150 decessi all‘anno. Ecco perché le morti bianche sul lavoro, evitabili e spesso trascurate, sottolineano l’urgente necessità di migliorare le condizioni di sicurezza sul posto di lavoro.
L’Osservatorio sicurezza e ambiente Vega di Mestre ha condotto un’analisi degli anni recenti, evidenziando un tasso allarmante di incidenti fatali sul lavoro. Le regioni più a rischio includono Umbria, Basilicata e Campania, mentre la Toscana si distingue per risultati relativamente migliori. Curiosamente, le regioni con una maggiore popolazione lavorativa come Lombardia e Veneto hanno tassi di mortalità sul lavoro inferiori alla media nazionale. Il lunedì rappresenta il giorno con il più alto numero di incidenti mortali, con circa il 20% di tutti gli incidenti sul lavoro.
L’Osservatorio ha anche individuato i gruppi demografici più a rischio, tra cui anziani, giovani e lavoratori stranieri, quest’ultimi con tassi di mortalità particolarmente elevati. L’impatto della pandemia da COVID-19 è stato significativo, con un aumento delle denunce di infortunio, principalmente a causa delle malattie correlate al virus. Tuttavia, nel 2023 si è registrata una diminuzione delle denunce, indicando un cambiamento di tendenza.
Settori come la sanità e le attività manifatturiere sono stati particolarmente colpiti dagli incidenti sul lavoro, con le costruzioni che detengono il triste primato per il maggior numero di incidenti mortali nel periodo considerato. È evidente che il lavoro in Italia è diventato un’attività ad alto rischio, con una media di oltre tre morti al giorno. È essenziale un intervento urgente per migliorare le condizioni di sicurezza sul lavoro e proteggere i lavoratori da questa epidemia silenziosa.
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