Cocaina nell’aria, soglie record in una città italiana: i dati allarmanti che registrano l’alto consumo dello stupefacente anche in strada.
Tracce di cocaina nell’aria della capitale, l’allerta della dottoressa Lia Catia Balducci, un’affermata ricercatrice del Cnr: “Negli ultimi dieci anni, la centralina di Cinecittà ha registrato livelli più elevati rispetto ad altri punti di monitoraggio come Corso Francia e Cipro”. È importante notare che la concentrazione media di sostanze stupefacenti nell’aria non costituisce un pericolo per la salute pubblica: tuttavia, le statistiche rilevate dalla centralina offrono indicazioni rilevanti sul consumo di droghe in specifiche aree della città.
Di conseguenza, i residenti e il Municipio locale hanno avviato iniziative volte a mitigarne gli effetti. Secondo quanto riportato da ‘Il Messaggero’, la situazione di Roma come una delle città più dinamiche sul mercato immobiliare italiano non sorprende gli amministratori del gruppo Facebook ‘Giulio Agricola e Appio Claudio’, i quali sono ben consapevoli delle problematiche legate allo spaccio e al consumo di droghe nella zona interessata dalla rilevazione della cocaina.
Tiziana Siano, avvocato e presidente del comitato di quartiere Don Bosco, ha evidenziato la gravità del problema nel suo quartiere e ha richiesto l’istituzione di un osservatorio sulla legalità interforze presso la prefettura, poiché l’illegalità dilagante rappresenta una minaccia silenziosa e pertanto ancora più pericolosa.
Criticità anche in altre città italiane
I dati raccolti dalla centralina di Cinecittà hanno suscitato reazioni da parte delle istituzioni. Umberto Matronola, consigliere del VII Municipio, ha sollevato la questione dell’ordinanza Malamovida, alla quale il Municipio stesso non ha aderito, considerandola un’assurdità. Egli ha sottolineato la necessità di intensificare i controlli nelle zone critiche come largo Appio Claudio e via Flavio Stilicone.
D’altra parte, il presidente del VII Municipio Francesco Laddaga ha espresso scetticismo riguardo all’ordinanza Malamovida, sottolineando che non è la soluzione ottimale: “Preferiamo un approccio diverso che coinvolga i locali e promuova la collaborazione con i residenti, anziché colpire i giovani che hanno già subito restrizioni durante la pandemia. Favoriamo l’adozione di buone pratiche”.
Quello che è avvenuto a Roma non è un caso isolato: in passato, sono state condotte rilevazioni simili in altre città italiane. Ad esempio, nel marzo del 2023, uno studio condotto sulle acque reflue ha evidenziato un consumo record di ketamina a Milano. Questo studio, finalizzato a individuare i profili di consumo di droghe nel territorio europeo, ha rivelato che Milano presentava i livelli più elevati di ketamina nelle acque reflue rispetto ad altri paesi come Danimarca, Spagna e Portogallo.
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