Cibo ultraprocessato: gli effetti devastanti per la salute. Andiamo a scoprire cosa rischiamo con una sbagliata alimentazione.
Il panorama alimentare moderno è sempre più dominato da una vasta gamma di cibi ultraprocessati (UPF), prodotti attraverso complessi processi industriali e caratterizzati da un’elevata presenza di grassi, sale, zuccheri e una miriade di additivi. Questi alimenti, confezionati e pronti all’uso, soddisfano il palato ma rappresentano una minaccia per la salute, date le loro scarse qualità nutrizionali.
La loro diffusione è sempre più marcata, non solo nei paesi ad alto reddito, dove possono costituire fino al 60% delle calorie giornaliere (in alcuni casi addirittura l’80%), ma anche nei paesi a basso e medio reddito, dove il loro consumo è in costante aumento. Recenti studi hanno messo in luce i rischi associati al consumo eccessivo di cibi ultraprocessati, tra cui obesità, dislipidemie, diabete, malattie cardiovascolari e cerebrovascolari, così come alcuni tipi di cancro come il tumore al colon e quelli del tratto aerodigestivo superiore.
Una revisione ampia di 45 meta-analisi ha ora evidenziato ulteriori impatti negativi sulla salute derivanti da un consumo elevato di questi alimenti. Gli autori sottolineano l’urgente necessità di interventi di salute pubblica per ridurre il consumo di cibi ultraprocessati. Lo studio è stato pubblicato sul British Medical Journal (BMJ).
I cibi ultraprocessati sono prodotti che hanno subito numerosi processi industriali e di solito contengono cinque o più ingredienti, tra cui coloranti, emulsionanti, aromi e altri additivi. Sono spesso derivati da sostanze estratte da alimenti base come grassi e amidi e presentano un alto contenuto di zuccheri, grassi e sale, ma sono carenti di vitamine e fibre.
Quali alimenti dobbiamo evitare
Questa categoria include prodotti da forno, snack confezionati, bevande gassate, cereali zuccherati, prodotti pronti all’uso, torte e merendine confezionate, patatine in busta e altri. Anche alimenti comunemente considerati salutari, come cereali per la colazione, yogurt alla frutta e cracker, possono rientrare in questa categoria.
L’associazione tra consumo di cibi ultraprocessati e effetti negativi sulla salute è stata confermata attraverso una vasta analisi di 45 studi. Questi hanno coinvolto quasi 10 milioni di partecipanti e hanno evidenziato una serie di effetti dannosi, tra cui un aumento del rischio di mortalità correlata a malattie cardiovascolari, ansia, disturbi mentali e diabete di tipo 2. Anche disturbi del sonno, depressione e altri rischi per la salute sono stati collegati a un’elevata assunzione di cibi ultraprocessati. Per ridurre il consumo di questi alimenti nocivi, è necessaria un’azione decisa da parte delle autorità pubbliche.
Queste potrebbero introdurre etichette chiare e informative sulla confezione, limitare la pubblicità di cibi ultraprocessati e vietarne la vendita nelle vicinanze di istituti scolastici e ospedali. Inoltre, politiche fiscali e altre misure potrebbero favorire l’accesso e la disponibilità di alimenti non trasformati o minimamente trasformati, oltre a pasti appena preparati, rendendoli economicamente più vantaggiosi rispetto ai cibi ultraprocessati.
Gli autori suggeriscono che sia giunto il momento per le agenzie delle Nazioni Unite e gli Stati membri di sviluppare e attuare una convenzione quadro sugli alimenti ultratrasformati, simile a quella sul tabacco, per promuovere pratiche migliori e tutelare la salute pubblica.
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